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Come leggere un DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE

In ingegneria, quando viene progettato un oggetto, per rappresentarlo graficamente su uno schermo o un foglio, viene usato il disegno tecnico, in modo che ingegneri, operai, ma anche a chi servirà quel prodotto, possano comunicare tra loro e comprendere com’è fatto.

In questo video vedremo le basi per imparare a leggere un disegno tecnico. In modo che in pochi minuti tu possa interpretare correttamente i vari elementi che lo compongono.

Esistono varie normative che definiscono le linee guida per la stesura dei disegni tecnici, come il sistema ISO internazionale, ma in questo video vedremo solo i principi fondamentali che sono generalmente comuni ad ogni standard.

Prendiamo un oggetto molto semplice, questo albero presenta molte caratteristiche, vediamo il suo disegno tecnico.

Per rappresentare l’oggetto su un foglio sono necessarie alcune sue proiezioni, cioè delle rappresentazioni grafiche che descrivono l’oggetto.
Come si può vedere è presente la sua rappresentazione tridimensionale, un aiuto (non sempre presente) per comprendere immediatamente la forma dell’oggetto. La proiezione è in assonometria isometrica, cioè gli assi xyz formano 3 angoli uguali di 120°.

Abbiamo poi le proiezioni ortogonali, per comprendere la forma di questo oggetto ne abbiamo bisogno di ben 3.
In sostanza sono fino a 6 immagini bidimensionali che rappresentano le viste perpendicolari dell’oggetto.

Ma la prima cosa da fare, per comprendere le proiezioni ortogonali, è leggere il cartiglio, una tabella (generalmente in basso a destra) nel quale vengono racchiuse tutte le informazioni primarie.
Solitamente sono presenti:
- il logo aziendale e il nome del disegnatore (per sapere a chi rivolgersi)
- un titolo, un codice o un numero di disegno e tutto quello che serve per identificare l’oggetto e rintracciarlo
- (solitamente in un cartiglio a parte), il numero di revisione e la data (per capire se è l’ultima versione del disegno, e quando è stato fatto)
- poi sono presenti, la scala del disegno, e il formato carta su cui deve essere stampato per avere la scala corretta. Queste due informazioni sono collegate: il disegno di un oggetto il più delle volte non ha dimensioni reali, ma esse sono scalate per poter entrare nelle dimensioni di un foglio, se il foglio è stampato nel formato indicato allora la scala sarà corretta; in questo caso la scala è 1:1, significa che effettivamente il disegno è in “scala reale” e ha le stesse dimensioni dell’oggetto reale, (se quindi rileviamo delle misure direttamente dal foglio per mezzo di una riga, queste saranno effettive) mentre se fosse scritto per esempio scala 1:2 , significa che l’oggetto è disegnato ridotto della metà delle dimensioni reali (in pratica le dimensioni che misuriamo dovranno essere moltiplicate per 2 per capire come è grande realmente) , se invece fosse scritto 2:1 siamo di fronte a un ingrandimento, (l’oggetto sarebbe disegnato il doppio rispetto alla realtà, per cui dobbiamo dividere per 2 le misure rilevate)
- un’altra cosa fondamentale è il simbolo per definire se la proiezione ortogonale usata, è del primo dietro (il metodo europeo) o del terzo diedro (il metodo americano).

Le proiezioni ortogonali non sono disposte a caso, sono allineate fra di loro con uno di questi due standard.

Con il metodo del primo dietro, l’oggetto si trova tra l’osservatore e i piani di proiezione; immaginando un cubo che circonda l’oggetto, ogni vista viene proiettata sulle pareti interne del cubo che viene poi “spiegato” in modo da creare tutte le viste. Per semplicità, è come appoggiare l’oggetto sul foglio, e rotolarlo per disporre le varie viste.

Al contrario, Con il metodo del terzo dietro sono i piani di proiezione che si trovano tra l’osservatore e l’oggetto; immaginando il cubo che circonda l’oggetto, ogni vista viene proiettata sulle pareti esterne del cubo per poi essere “spiegato”. Per semplicità: partendo dalla vista frontale, abbiamo a destra la sua vista destra, sopra la vista superiore, sotto la vista inferiore, ecc.. (l’esatto contrario del metodo del primo dietro).

È presente anche la tolleranza generale; nelle proiezioni ortogonali sono presenti delle quote, (dei valori numerici che sono le dimensioni reali dell’oggetto, e che vengono espresse in millimetri nei disegni meccanici). Nel momento della produzione, (dove non si può pretendere la perfezione assoluta) questo dato permette di capire quanto precisa dev’essere la lavorazione.
In questo caso, dove è scritto “più o meno 0,10”, significa che la tolleranza è di 2 decimi di millimetro, quindi in questa quota di 41 millimetri è accettato un errore di produzione che può essere “più un decimo” (cioè 41,1) o “meno un decimo” (cioè 40,9).

Una tolleranza può anche essere specifica di una determinata quota.

Simili ai precedenti esistono i raccordi e gli smussi non quotati, si deve tener conto di questi dati generali a meno che un bordo raccordato o smussato non sia specificato nella quota.

Infine possono esserci delle righe aggiuntive che specificano finitura, rugosità, o altre caratteristiche del pezzo che non possono essere disegnate, come per esempio il materiale, che in questo caso, come dicono le sigle dei Sistemi Di Classificazione AISI e SAE, è del comune acciaio inossidabile 304

Spostiamoci ora nel disegno vero e proprio, come possiamo vedere è composto da linee differenti, di diverso spessore, continue o tratteggiate, ognuna ha un significato:
- la linea spessa definisce e tutti i contorni e gli spigoli che si possono vedere in quella vista,
- mentre la linea tratteggiata mostra quelli che NON si possono vedere (in quella determinata vista).
- una linea tratto-punto invece indica la simmetria, se l’oggetto da una parte all’altra della linea è sostanzialmente specchiato; vengono usate anche per i fori.
- una linea tratto-punto può anche indicare una sezione, (se sono presenti delle frecce che ne indicano la direzione di visualizzazione e delle lettere che sono riportate nel disegno della sezione vero e proprio).
- La sezione, è una vista interna dell’oggetto, se siamo di fronte ad essa sono presenti dei campi barrati con linee a 45° che rappresentano la superficie interna dell’oggetto (come se fossero la superfice tagliata del solido).
- Mentre un dettaglio è un ingrandimento di una determinata zona, nominato sempre per mezzo delle lettere, in cui solitamente delle linee irregolari interrompono il disegno lasciando solo le parti necessarie.

Le quote invece sono rappresentate attraverso linee sottili e continue, che affiancate a dei valori numerici possono indicare:
- lunghezze delle varie parti dell’oggetto,
- raccordi se è presente la lettera “R”,
- diametri se è presente il simbolo “?” (fi) ,
- smussi specificando l’altezza e il grado di inclinazione.
Esse dovrebbero essere sempre disposte esternamente rispetto alla proiezione, e possono essere agganciate e linee visibili e assi di simmetria: quindi vengono disposte internamente solo se necessario, e le linee nascoste non vengono quotate, (per queste ragioni esistono altre viste e sezioni).

I fori filettati invece sono rappresentati come due cerchi concentrici che rappresentano il fondo e la cresta della filettatura.
Solitamente i fori filettati vengono definiti secondo lo standard ISO, che è formato da:
- una sigla, in questo caso M6, che specifica il diametro del foro da realizzare, e il diametro di filettatura da fare al suo interno.
- dopo un “X” può essere riportato il passo fine, se non è presente sottointeso che si sta utilizzando il passo standard
- e dopo un’altra “X” viene riportata la lunghezza del foro filettato
Spesso il foro filettato ha una svasatura conica o cilindrica, che serve ad alloggiare la testa
della vite, che viene precisata con delle quote e
che è standard in base al il tipo di vite.

Insieme alle quote può essere segnato anche l’indice di rugosità di quella determinata faccia, che può discostarsi dall’indice di rugosità generale.

Per finire possono esserci delle note per delle lavorazioni o delle avvertenze.

Ora che hai compreso i principi base del disegno tecnico puoi, per mezzo di esso realizzare un oggetto, oppure disegnare tu stesso un progetto.

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